Di Valeria Piccolo. Tutti noi siamo cresciuti nella convinzione che possa esistere la “famiglia del Mulino Bianco”, ovvero il prototipo perfetto della famiglia spensierata e felice tipica delle favole o dei film, ma spesso la realtà è molto diversa. Il caso di Adrianna Hutto è l’esempio più evidente di come i bambini siano le vittime principali che ogni giorno vanno incontro a violenze, maltrattamenti o addirittura la morte. “È stato un tragico incidente” lo definisce Amanda Lewis, colei che si definirebbe madre, ma che in realtà è tutto ciò che si allontana dal concetto di genitore. E’ inaccettabile il fatto che una bambina di soli 7 anni sia stata affogata nella piscina della sua stessa casa per essere stata “cattiva” e aver “spruzzato il detersivo sulla tv”. Queste sono state le parole riportate dal fratellino di Adrianna che, durante il processo, ha incastrato sua madre attraverso un disegno che ritraeva ciò che aveva visto: “Questa è mia madre che schiaccia mia sorella in piscina” dice piangendo il bambino. Ciò che ci si chiede non è come sia morta la bambina, ma come abbia fatto una madre, se tale si può definire, a uccidere sua figlia con le stesse mani che l’hanno messa al mondo? Quali sono stati i motivi che l’hanno spinta a compiere un crimine così disumano? Adrianna soffriva di ADHD, un disturbo comportamentale caratterizzato da impulsività, disattenzione e iperattività. Come tutti i bambini che soffrono di questa sindrome, Adrianna non riusciva a comportarsi come tutti gli altri: probabilmente non era in grado di controllare le sue emozioni, le sue azioni e gesti. Da questo nasce il rapporto complicato madre-figlia che porterà Amanda ad affogare la sua bambina. Ma quali sono state le reazioni della madre dopo la sconcertante notizia della morte di sua figlia? Secondo i medici che si occupano delle cure mediche della bambina, la donna non ha avuto alcuna reazione o emozione e ciò che ha trasmesso è stata solamente la sua mancanza di umanità. Moltissime persone vorrebbero dei figli e, troppo spesso, capita di non poterli avere per vari motivi, invece chi ha la fortuna di ricevere il dono più prezioso della vita è proprio colui che se ne priva con le sue stesse mani. Allora viene da domandarsi: “ma allora la vita è ingiusta e il bene lo riceve solo chi non lo merita?”. Purtroppo molte cose non si possono scegliere, ma si può decidere di porre fine a queste atrocità che ogni giorno si sentono in tv, sui giornali o alla radio. Adrianna, purtroppo, è solo una delle tante vittime di femminicidio, ma una delle poche ad aver avuto giustizia. Infatti la madre Amanda Lewis nel febbraio 2008 è stata processata e condannata all’ergastolo senza possibilità di libertà condizionale. Questa è la storia di una bambina che non ha potuto salvarsi dalla crudeltà della sua assassina, ma che grazie al suo fratellino è stata salvata dall’ingiustizia di rimanere un caso fra i tanti con il colpevole a piede libero. A volte le parole di un bambino vengono sottovalutate, ma possono rivelarsi decisive.