Di Isabella Maria Canestri. Picchiata perchè non voleva indossare il velo. Mesi e mesi di violenze fisiche e psicologiche, oltre che all’essere picchiata dal padre e dalla madre veniva anche minacciata di essere riportata in Bangladesh. La sua tortura è durata mesi fino a che la ragazza ha preso coraggio ed ha denunciato la famiglia ai carabinieri di Ostia che l’hanno successivamente portata in ospedale, dove i medici hanno riscontrato un leggero trauma cranico, è stata poi dimessa e portata in una struttura protetta. 14 anni sono gli anni di accesso all’adolescenza.  La  domanda è conseguenziale: perchè la ragazza ha rifiutato il velo?  la motivazione non sarebbe religiosa. Il velo non è “cool”, non fa tendenza e non è instagrammabile. La verità è che quella ragazza stava solo cercando l’appoggio dei propri compagni, sapeva di essere diversa, sapeva di avere una fede diversa, una cultura diversa, voleva solo evitare di avere anche l’abbigliamento diverso. Trovarsi in un paese con cultura e religione diversa dalla propria non deve essere facile, ciò che è diverso da noi non rientra nella categoria della normalità. C’è chi delle differenze non ne fa un peso ma le porta con orgoglio e chi preferisce “normalizzare” l’abbigliamento o l’aspetto fisico, beh in entrambi i casi non vedo quale sia il problema. L’Italia è un paese laico, un paese democratico dove tutti sono uguali di fronte alla legge, senza eccezione alcuna. Il velo non è “cool” ma può diventarlo, siamo noi a decidere cosa è figo e cosa no. La moda la fanno le persone. Vivere in Italia significa vivere in una grande società di massa capitanata da qualcuno che decide cosa è giusto e cosa no, cosa è figo e cosa non lo è. Possiamo conformarci a questo o possiamo ribellarci ed essere noi stessi, in entrambi i casi la scelta riguarda la singola persona e con essa la sua legittima libertà. Quel velo deve rappresentare una scelta non una condanna a morte.