Di Chiara Giacomini. “Una donna uccisa ogni tre giorni. Una ogni quindici minuti è vittima di violenza.” Questo è quello che leggiamo sui giornali, sul web o quello che ascoltiamo in televisione, alla radio. Tutto quello che accade ad una donna, potrebbe capitare a noi. Non siamo diverse, siamo tutte donne; il problema risulta essere l’uomo che “fa la differenza”. Quante volte, dopo aver ascoltato o letto un fatto di cronaca, ci è capitato di pensare, anche solo per un istante, che la colpa potrebbe essere stata quella della donna, vittima. . Con gli anni abbiamo smesso di pensare che quella donna “se la sia cercata”. La difficoltà nel pensare lucidamente, l’ansia, la paura, il tremolio incessante. Questo è quello che ci succede quando camminando da sole, per una strada buia e desolata, ci tornano in mente i nomi di quelle donne violentate e uccise nello stesso modo. È un qualcosa che ci segna irrimediabilmente, che ci segna mentre camminiamo per strada, mentre torniamo a casa la sera o mentre stiamo facendo una passeggiata al parco. Non si tratta di vittimizzarci, ma di traumi. Ci capita qualcosa sull’autobus? Vorrà dire che eviterò di salirci e andrò a piedi. Un uomo si è avvicinato sul vialetto? Non passerò più lì e allungherò di molto la strada per tornare a casa. Questi sono solo alcuni degli esempi di quello che capita nelle nostre teste ogni volta che dobbiamo fare qualcosa per cui una donna è stata infastidita, molestata o uccisa. Abbiamo sicuramente un gran paura, ma questo non mette da parte la rabbia, la frustrazione, la voglia di cambiamento. Anzi, in alcuni casi alimenta questa sensazione e le rende sovrumane. Cortei, manifestazioni, tutti realizzati per le donne e con le donne. Siamo tante, tantissime e ci sosteniamo sempre l’un l’altra, non ci colpevolizziamo mai, non abbiamo paura se siamo tutte insieme. Ogni giorno mettiamo in discussione la società che ci vede come “qualcosa di meno e da non ascoltare”, e lo facciamo soltanto esistendo. Quindi, con la paura che ci tiene la mano ma allo stesso tempo con la rabbia che ci contraddistingue, proseguiamo dritte per la nostra strada, quella che alla fine ci farà conoscere un mondo paritario dove nessuno sovrasta l’altro.