Di Alice Scaiella. Giovane, pungente e stravagante è lui Davide Mattei in arte “Tha supreme”, nasce a Fiumicino nel 2001, la voglia di fare musica è qualcosa di concreto all’interno della sua famiglia visto che anche la sorella maggiore “Mara Sattei” è una cantautrice prodotta dallo stesso tha supreme. A soli 12 anni inizia a interpretare con la chitarra le canzoni dei suoi artisti preferiti, inizialmente la prende come gioco ma subito dopo capisce di dover fare sul serio; infatti, a soli 15 lascia la scuola per dedicarsi interamente alla musica, inizia a produrre vari beat di alcuni rapper del tempo, fino a quando non attira l’attenzione del cantante Salmo che lo ingaggia per produrre la base del pezzo “Perdonami”. Nato come produttore di lì a poco partirà la sua “scesa in campo” come protagonista principale. Pubblica il suo primo album “23 6451”, inizialmente il nome sembra essere una formula di numeri scomposti, ma piano piano capiremo che si tratta di un codice criptato che trasforma le lettere dell’alfabeto in numeri, è proprio qui la sua originalità e la sua diversificazione. Il suo modo di rappare quasi in maniera incomprensibile e questi codici segreti quasi a nascondere alla “vecchia generazione” un modo di parlare e di comunicare differente, cambiano l’immaginario del rap. Non sappiamo molto della vita privata dell’artista che non si mostra al pubblico neppure all’interno dei suoi video – clip dove è raffigurato da un avatar che indossa una felpa viola sotto forma di cartone, ma ciò che traspare dai suoi bravi è molto chiaro, parlando in prima persona ci racconta della solitudine da lui stesso provata, una solitudine che prova in questo mondo pieno di egocentrismo e materialismo, e ci dice e mostra un luogo dove poter “volare” fuori dalla razionalità che lo porti ad essere sicuro e tranquillo, dove “non conta quanti soldi hai ma conta ciò chi sei veramente come persona”, tutto ciò lo fa quasi come un grido d’aiuto. Ritroviamo in lui un giovane ragazzo che riesce con la sua musica a trasmettere in maniera lineare e pulita tutte le sue idee, quasi come valvola di sfogo. In conclusione, possiamo dire che bisognerebbe molto spesso andare oltre il semplice testo ed analizzare bene l’interno, leggere tra le righe, ed è li che ci accorgeremo che un artista così misterioso ci risulterà essere un vero libro aperto.