Di Sara Scarozza. 114 è il numero delle donne che sono state uccise da uomini solo nel 2021, una ogni tre giorni. 98 sono state uccise in ambito familiare-affettivo, 66 hanno trovato la morte per mano del loro partner o ex compagno. A questo numero vertiginoso si aggiungono tutte quelle donne che subiscono violenza ogni singolo giorno ma non hanno il coraggio di denunciare il proprio sicario. Dicono di amarle, ma questo non è amore, questo significa essere malati a tal punto di non riuscire più a distinguere uno schiaffo da una carezza. Ragazza viene picchiata dal suo compagno, è colpa sua lui era tornato a casa alterato dopo una giornata di lavoro, però la ama follemente. Donna viene violentata alla banchina della metro in serata, è colpa sua il tailleur da ufficio era troppo provocante. Zio abusa della nipote, è colpa della giovane perchè è troppo bella e l’uomo non ha saputo resistere. 20’enne viene stuprata fuori dalla discoteca, è colpa sua era brilla e non capiva bene. Ragazzo sfigura il volto della compagna con l’acido, lei subiva violenze da svariato tempo, forse non l’amava così tanto come diceva. Centinaia di donne che stanno in silenzio per paura di avere ripercussioni gravi su se stesse, paura di usare la loro voce per difendersi, paura di essere uccise. Donne che hanno ansia di uscire di casa vestite in un determinato modo, passare in un vicolo che non gode di ottima fama, o di prendere un semplice mezzo pubblico senza il timore di essere troppo “provocanti” per gli occhi di qualcuno. Libertà è una parola sulla bocca di tutti, ma le donne oggi giorno,con la realtà dei fatti davanti agli occhi, non sono libere, sono chiuse nella gabbia delle violenze di ogni genere. Bisogna avere il coraggio di urlare quello che succede, riprendere in mano la propria vita e essere noi le artefici del nostro destino, non stare perennemente con l’ansia che ogni nostro gesto sbagliato ci possa costare la vita. Uno scoglio a cui aggrapparsi in caso di terrore è il numero 1522, gratuito e attivo 24h su 24, che accoglie con operatrici qualificate le richieste di aiuto e sostegno delle vittime di violenza e di stalking. Il primo passo per riusciute a intravedere la luce alla fine del tunnel è parlare, far valere i nostri diritti, ma soprattutto riprendere in mano la libertà che abbiamo il diritto di possedere.