Di Adrián Romero. 2 lunghi anni: una attesa eterna per utti i valenciani per poter godere dei ‘ninots’ degli artisti delle Fallas, l’odore della polvere da sparo nell’aria, le ‘mascletàs’ e i fuochi d’artificio, lefeste notturne e il giorno de ‘la Cremà’, con tutta l’eccitazione che deriva dal ritorno della festa più importante della cultura valenciana. Las Fallas: non è solo una tradizione che attira migliaia di turisti ogni anno, per i valenciani è qualcosa di più, è una rappresentazione artistica dei loro costumi, dei loro valori e dell’orgoglio che provano per l’appartenenza a Valencia. Per questo è così importante tornare a queste feste in tutta la loro grandezza, senza limitazioni di capacità, con ‘mascletàs’ dal primo giorno di marzo fino al 19 e con le strade di Valencia piene delle sculture degli artisti Fallas, che, come ogni anno, decorano la città combinando la bellezza con una significativa dose di critica e satira. Durante queste feste e tutti i preparativi che le precedono,  un sentimento di unità che permette di criticare ideologie totalmente diverse nella stessa strada attraverso diverse sculture. A ‘las Fallas’ tutto è permesso, tutto è bellezza, cultura e arte. Dal 15 marzo fino al 19, tutti gli occhi sono puntati sulla ‘Plantà’, quando tutte le sculture finite sono esposte, e sulla ‘Nit del Foc’, quando tutta la notte si accende di fuochi d’artificio. L’ultimo giorno, ‘la Cremà’, i falleros bruciano le loro sculture, un atto che rappresenta la fratellanza tra le province valenciane, e mentre le fiamme si alzano, le note dell’inno comunitario valenciano si mescolano alle lacrime dei falleros che danno l’addio alla loro festa più cara.