Di Lorenzo Paielli.

È inaccettabile che il razzismo sia ancora oggi protagonista delle prime pagine dei quotidiani di tutto il mondo. È vergognoso che lo sport sia diventato sempre più oggetto dell’ignoranza inquietante della società odierna. Storicamente nello sport il razzismo e la discriminazione territoriale prendono piede maggiormente nel calcio: negli stadi i tifosi si lasciano andare ad offese di ogni genere ed in alcuni casi si passano i 90 minuti di gioco durante la gara ad insultare i calciatori oppure i tifosi avversari invece che incitare e tifare la propria squadra. In realtà lo sport ed il razzismo sono gli antipodi: da una parte l’inclusione e la condivisione delle stesse passioni ed emozioni uguali o diverse, dall’altra odio e discriminazione. Recentemente  i tifosi italiani di pallacanestro e pallavolo si sono resi protagonisti, in negativo, dell’ennesima brutta pagina di storia per quanto riguarda il razzismo in Italia e nello sport italiano. Paola Egonu, pallavolista italiana e tra le più forti al mondo ha deciso di prendersi una pausa dalla nazionale di pallavolo a causa del razzismo dei tifosi italiani. Al termine della finale per il terzo e quarto posto vinta contro gli USA ai mondiali di volley femminile, la ragazza, visibilmente scossa, si è sfogata con il suo procuratore riguardo insulti che le erano arrivati dai suoi tifosi mentre era in campo. La sua unica colpa? Avere il colore della pelle diverso da quello delle sue compagne di squadra. Una scena che raccoglie solo tristezza, come le spiegazioni che Egonu è costretta a dare a chi le chiede il perché sia italiana, nel 2022. Un altro episodio analogo è avvenuto nei giorni successivi, con il cestista del momento Paolo Banchero. Paolo ha origini italiane e anche se nato e cresciuto negli USA ha deciso di rappresentare l’Italia scegliendo l’Italbasket. Anche in questa occasione sono state troppe le reazioni grottesche contro “l’italianità” del ragazzo. È davvero inconcepibile che in un evento così importante, in cui la prima scelta assoluta del Draft NBA, dunque un potenziale futuro fuoriclasse, abbia origini italiane e pur essendo fiero di questo, scateni tanti commenti razzisti e di rifiuto.

Episodi come questi vanno assolutamente condannati, perché non ci può e non ci deve essere più spazio per i razzisti. Lo sport dovrebbe tornare ad unire i cuori e le anime delle persone, non rappresentare un pretesto per sfogare nella maniera più sbagliata la propria frustrazione personale. L’inno di Mameli canta “fratelli d’Italia” ed i tifosi italiani dovrebbero dimostrare soprattutto in queste situazioni  di esserlo davvero.

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