Di Elisa Lorini. Dal quattro aprile fino ad oggi, per la prima volta, mi sono sentita un po’ come se fossi un’alunna del professore John Keating del film “L’attimo fuggente”. Lui ha un approccio didattico originale, spinge gli alunni a seguire la propria strada e a distinguersi dagli altri, a non accontentarsi mai, a non mollare mai l’osso, ad affrontare sempre e a testa alta tutti i contrattempi che la vita ci presenta. Beh, tutto questo per me da film si è tramutato in vera e propria realtà grazie al Professor Marco Palma e ciò che abbiamo vissuto con lui nella nostra aula T33 sotto la voce di Giornalismo televisivo. Improvvisamente il lunedì e il venerdì sono diventati per me due giorni della settimana che hanno avuto tutto un altro sapore. Non so se sarò in grado di descrivere a parole ciò che abbiamo e non abbiamo vissuto dentro quell’aula, ma di certo ho imparato che un giornalista di vita deve imparare a farlo tirando fuori ciò che percepisce. Sono sicura che la fine di questo viaggio bellissimo non coincide con un addio ma è un arrivederci, questo per me è l’inizio del giornalismo di vita basato sul Carpe Diem, sul cogliere tutto ciò che la vita offre, amori, illusioni, opportunità, contrattempi…

Assurdo pensare come in così poco tempo si siano creati legami molto forti e autentici tra delle persone anche molto diverse tra loro, eppure è successo, si perché forse noi studenti non siamo mai soliti a vivere autenticamente aprendoci agli altri così come il prof. Palma ci ha permesso di fare in questo corso. Abbiamo avuto l’opportunità di indagare e ricercare sui vissuti di quasi tutti noi senza mai (o quasi) “mollare l’osso” cercando di scavare sempre più nell’animo di chi avevamo difronte. Abbiamo riso, abbiamo pianto, abbiamo riflettuto, ci siamo messi in discussione, ci siamo confrontati, abbiamo abbattuto ogni tipo di maschera ma soprattutto abbiamo cercato di abbandonare quella che è una ferita della società odierna: l’ipocrisia.

Ringrazio tutti coloro che si sono donati agli altri tirando fuori ciò che più li tormentava, ringrazio ogni sorriso che ho ricevuto, ringrazio le critiche, ringrazio i commenti scritti sul gruppo, ringrazio la disponibilità al confronto che il più delle volte mi sono sentita di provocare. Ringrazio Simone Ferri, assistente più limpido e disponibile che ho incontrato, ringrazio la mia università che ha introdotto proprio in quest’anno speciale per me, questo insegnamento, ringrazio Sara e Greta colleghe e adesso anche amiche. Ringrazio il mio professore e spero, in tempi brevi, anche il mio relatore, per tutto ciò di cui avrò ho memoria di lei e di questo corso con il sorriso sulle labbra. Mi sento cresciuta, più consapevole e mi sento di essere davanti ad un futuro che vedo delinearsi sempre di più e questo, non può che essere grazie a lei.

Sono dell’idea che nella vita il segno di distinzione che ha l’uomo per raggiungere la vittoria si trova nella persona, io qui ho incontrato bellissime persone e posso dire a nome di tutti che siamo stati dei vincenti, insieme.

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