Di Alessia Varlotta. Vorrei poter tranquillamente prendere un treno senza la paura di essere molestata”

“Vorrei poter tornare a casa la sera da sola senza la paura di essere molestata”

“Vorrei poter indossare ogni tipi di abito sui mezzi senza la paura di essere molestata ”

“Vorrei poter bere in discoteca senza la paura di essere molestata ”

Queste sono solo alcune delle proteste mosse dalle donne ancora con più forza nell’ultimo mese dopo la notizia di una ragazza stuprata in pieno giorno sui vagoni di un treno. Un altro elemento della vicenda che ha lasciato senza parole è il fatto che sul vagone ci fosse un altro passeggero che, una volta accortosi di ciò che stava succedendo alla ragazza,  ha pensato bene di andarsene e di fare finta non stesse succedendo nulla.

Nel corso degli anni si è assistito ad un tentativo di eliminare o quantomeno ridurre l’alto tasso di casi di violenza sulle donne, con petizioni per carrozze di treno riservate a sole donne o, più recentemente,  con un opuscolo, in cui si spiega alla donna ciò che non va fatto per istigare e provocare un uomo.

Passano gli anni e le lotte delle donne non si fermano ma è ovvio che il problema non riguardi loro, non va detto ad una donna cosa non deve e come non si deve vestire ma va detto ad un uomo che non deve stuprarla.

Sembra anche assurdo rimarcare sempre questo aspetto ma purtroppo va fatto perché viviamo in una società in cui si dice a una ragazze che deve stare attenta se esce da sola la sera in discoteca con un vestito corto, ma non si dice ad un uomo che non ha il minimo diritto di poter toccare una donna senza il suo consenso esplicito perché se una donna ha un abito scollato allora “se l’è cercata”.

Secondo i dati raccolti negli ultimi anni una donna su tre sarà vittima di violenza nella vita e questa paura si insinua in ogni donna, come un peso dal quale non ci si può liberare perché è un problema più grande della singola persona,  è un problema del sistema.

Al giorno d’oggi essere donna è un investimento e se si subisce una violenza questa segnerà la persona per il resto della vita, facendola vivere in uno stato di vergogna e senso di colpa verso sé stessa che potrebbero evolversi in forme di ansia sociale,  depressione,  disturbo da stess

post-traumatico e tentativi di suicidio.

L’ aver subito una violenza cambia per sempre la vita di una donna e sono molti i casi in cui si tace, per non far preoccupare i familiari, per paura di non essere presa sul serio o perché si spera che con il tempo si possa dimenticare tutto; la cosa più giusta da fare però, oltre a denunciare,  è quella di rivolgersi ad uno specialista per capire che di fronte ad una violenza la colpa non è mai della donna e soprattutto per carcere di affrontare l’ accaduto e non vivere, ogni volta che si chiudono gli occhi, quell’ incubo. La paura di subire uno stupro quando si è da sole esiste, non è un’ esagerazione o una fantasia è una realtà ma il modo per affrontarla non è dire alle donne “imparate a difendervi” , ma educare gli uomini al rispetto e al consenso.