Di Francesca Spano.  E’ Narges Mohammadi ,donna e attivista iraniana per i diritti umani, colei alla quale l’Accademia di Oslo ha assegnato il Premio Nobel per la pace 2023. Questa è da considerarsi una vera e propria vittoria della donna contro il regime iraniano. “La sua lotta contro l’oppressione delle donne in Iran e per la promozione dei diritti umani e di libertà” sono state le motivazioni che hanno spinto l’Accademia ad assegnarle il Premio. Per Narges Mohammadi non è stato affatto semplice il percorso di attivismo che ha comportato enormi costi personali . Il regime iraniano, infatti, l’ha arrestata 13 volte, condannata cinque volte a un totale di 31 anni di carcere e 154 frustate. L’attivista ha difatti appreso dal carcere di aver ottenuto il premio. La presidente del Comitato norvegese Berit Reiss-Andersen ha sottolineato che “se le autorità iraniane prenderanno la giusta decisione la rilasceranno così che potrà essere qui per ritirare il premio a dicembre”. Ma non e’ la detenzione a fermare la donna che dalla prigione ha espresso supporto per la mobilitazione di protesta Donna Vita Libertà e ha organizzato azioni di solidarietà insieme con altri detenuti. Mohammadi è inoltre riuscita a far diffondere un messaggio che e’ stato pubblicato dal New York Times in cui dichiara : “Il sostegno globale e il riconoscimento della mia difesa dei diritti umani mi rendono più risoluta, più responsabile, più appassionata e più fiduciosa. Spero anche che questo riconoscimento renda gli iraniani che, protestano per il cambiamento, più forti e più organizzati. La vittoria è vicina”. Narges Mohammadi e’ diventata un vero e proprio simbolo di resistenza in Iran ma non solo. La sua storia oggi ha ispirato e continua a ispirare molte persone in tutto il mondo nella lotta per i diritti umani e la giustizia.

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