Di Edoardo Pacioni. Clima teso per i giallorossi, pochi punti e prestazioni completamente da rivedere per la squadra del tecnico portoghese che lascia il cammino spianato alle altre big della Serie A.

La Lupa non azzanna un posto tra le prime in classifica, anzi è costretta a passare anche una giornata di campionato in zona retrocessione. È vero, parlare di zona retrocessione a ottobre è follia, ma l’avvio di campionato della Roma non può di certo passare inosservato.

 

Le milanesi viaggiano spedite, a Roma invece si respira un’aria diversa. La partenza di Ibanez ha complicato più del previsto la situazione della Lupa che mostra grandi problemi  in difesa ma anche in costruzione e realizzazione, rimediando solo un tredicesimo posto 

 

Questa partenza è un campanello d’allarme. La squadra sembra aver perso il proprio “filo di Arianna”, quel filo che era presente a Tirana in Conference e a Budapest in Europa League.

 

Il rapporto complicato tra il tecnico portoghese, il presidente Friedkin e la dirigenza dà l’impressione di essersi disgregato ancor di più. Ricordiamo che da sempre  lo “Special One” si è sempre fatto distinguere per la propria personalità e il proprio carisma.

 

Carisma che però non può distogliere l’attenzione dai 12 gol subiti dalla squadra. Partite della Roma divise in bianco e nero, o segna tanto o incassa un numero esagerato di reti. Uno stile di gioco poco fluido che viene risollevato dalle individualità dei grandi nomi presenti nella rosa, tra cui la nuova coppia d’attacco Dybala-Lukaku.

 

Il tecnico giallorosso dovrà rivedere i propri piani e ritrovare le proprie certezze. Il disastro a Genova rappresenta soltanto la prova delle prestazioni altalenanti di questa squadra. Passare dal vincere una partita con sette gol di scarto a perderne una per 4-1 è sintomo di squilibri.

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