Di Sara Giacopetti. Partiamo dal principio che risiede nella crescita dell’industria della “fast fashion”. Questo modello promuove la produzione di capi di abbigliamento economici e di tendenza, spingendo le aziende a creare collezioni sempre nuove. Il risultato è una produzione su larga scala, spesso in paesi a basso costo, che comporta enormi emissioni di carbonio e condizioni di lavoro precarie (per non parlare dello sfruttamento minorile). Il 70% dei tessuti è composto da derivati del petrolio, principalmente poliestere, con 80 milioni di tonnellate all’anno e solo l’1% di questi viene riciclato, il resto finisce in discarica (con un tempo di degradazione di mille anni). Una delle gravi conseguenze dell’industria della moda è l’inquinamento dell’acqua. Il processo di tintura e finitura dei tessuti utilizza una quantità significativa di prodotti chimici tossici che finiscono spesso nei fiumi e nei mari, causando danni agli ecosistemi acquatici e minacciando la vita marina. L’abbigliamento porta alla formazione del 35% di micro plastiche nei mari e si afferma che nel 2050 ci sarà più plastica che pesci…  Questa prospettiva é a dir poco agghiacciante.  Un altro fattore che non contribuisce é la cultura dell’usa e getta. Gli abiti economici spesso hanno una vita breve nelle tendenze e vengono rapidamente gettati via, contribuendo alla crescita dei rifiuti tessili. L’industria della moda però sta cominciando a riconoscere la necessità di un cambiamento. Molti marchi stanno adottando pratiche più sostenibili e ci sono sforzi per ridurre l’uso di prodotti chimici dannosi, migliorare la gestione dei rifiuti e investire in materiali riciclati e biodegradabili.

I consumatori giocano un ruolo cruciale nell’affrontare l’inquinamento nell’industria della moda. Scegliere di acquistare abbigliamento da marchi che adottano pratiche sostenibili e ridurre gli acquisti impulsivi sono modi efficaci per contribuire al cambiamento, e non solo. É Importante puntare su prodotti che durino più a lungo o su prodotti che utilizzino come materia prima materiale riciclato e inoltre sviluppare l’uso di tecnologie che facilitino processi produttivi sostenibili (ad esempio il riciclo).

In conclusione per salvare il nostro pianeta e preservare un futuro auspicabilmente dignitoso per le generazioni future, é necessaria una collaborazione da parte delle industrie di moda e dei corrispettivi consumatori. Solo prendendo scelte consapevoli si può salvare il mondo.