Di Lorenzo Bon. Un dominio televisivo quello della Rai che inizia a tremare, dopo l’addio di Amadeus che si trasferisce alla Nove, fatto che ha  sconvolto il mondo dello spettacolo, il mondo televisivo della Rai inizia a crollare. L’emittente pubblica non sembra più la stessa che trasmetteva Carosello facendo mettere tutti sia grandi che piccini davanti a uno schermo la sera. Una televisione che non riesce più a tenere il passo con i tempi e che rischia di crollare sotto il dominio della televisione proprietà della Warner Bros.

Un’emittente sempre più dominata dallo stato, che decide con leggi sempre più severe come e dove orientare i programmi televisivi dando spazio a meno pensieri possibili, come la recente “censura” dello scrittore Scurati  scrittore di “M. figlio del secolo” che doveva intervenire per parlare della festa del 25 aprile e che all’ultimo minuto ha visto il suo contratto annullarsi con sgomento della stessa giornalista Serena Bortone che ha dichiarato “non ho avuto spiegazioni sul perché sia stata presa questa scelta”.

E ora la domanda che tutti si fanno è quale sarà il prossimo pezzo del domino a crollare, dagli studi giungono voci che la Fagnani conduttrice di Belve sarà la prossima cambiare casacca, forse anche proprio per colpa di una televisione che non la fa mai esporre troppo e che non gli da le libertà che lei vorrebbe nella sua trasmissione che ogni tanto sembra quasi tarpata, dove la giornalista cerca sempre di avere più libertà possibile.

Una televisione pubblica che più passa il tempo più sembra un megafono di questo governo. E ora per Viale Mazzini si fa complicata senza Amadeus e Fazio i programmi di punta sono scoperti e con un festival che non avrà più il suo conduttore da “ammazza share” si iniziano a sentire i fantasmi di un palinsesto nudo con qualcuno che deve rivestirlo al più presto, ma mentre i conduttori scappano i nuovi non appaiono.

La televisione pubblica  inizia a perdere pezzi mentre i colossi americani della Warner Bros mangiano i telespettatori decretando forse l’inizio di una nuova era per la televisione italiana e non solo, un pubblico che sempre più spesso cambia canale perché ciò che vuole è altrove e una televisione pubblica sempre più monocorde che annoia troppo facilmente lo spettatore che ha di fronte a lui ora più che mai molte scelte.