Di Martina Sallusti. È tragedia ad Eboli, un bambino di 13 mesi, cade dalle braccia dello zio Simone e viene poi attaccato da due cani di grande taglia.
Il bambino Francesco Pio si trovava in braccio allo zio, quando i cani sembrerebbero usciti di corsa dalla stanza in cui venivano rinchiusi ogni volta che arrivava il bambino in casa, aggredendo per primo Simone alla gamba e in seguito, dopo la caduta dalle braccia dello zio, si sarebbero avventati sul piccolo. È stata una tragedia che sicuramente porta con se tanto rammarico ma anche tante domande e tanti punti d’ombra, a cui vorrei dare la giusta importanza.
Non serve specificare che i cani sono animali territoriali e una volta che focalizzano il loro luogo di appartenenza , tendono a sentircisi al sicuro, lontano da pericoli esterni e soprattutto estranei a loro, perché si deve sottolineare che i cani non conoscevano e non avevano socializzato mai con i piccolo, poiché completamente abbandonati a loro stessi da quando arrivò il piccolo, erano senza padrone quindi senza punto di riferimento, senza capobranco, perché si, un cane ne ha bisogno, un cane sa a chi obbedire e quando; e non serve essere un educatore cinofilo per capire poche semplici regole da tenere ben a mente quando si ha un cane, di piccole o medie o grandi dimensioni; in questa vicenda in particolare queste regole sono state completamente ignorate, come si fa quindi ad accusare solo ed esclusivamente la reazione dei cani? Be non si può, e se si sa fa è perché si pecca di ignoranza. Si esprimo sulla vicenda Federico Coccìa all’Adnkronos Salute: “Sono addolorato per quanto accaduto a questo bimbo di 13 mesi mala responsabilità è unicamente del proprietario che si è macchiato di malagestione, non dando hanno regole e misure ai pitbull che sono stati messi in un giardino a fare la guardia”.
Altro punto più che rilevante che vorrei sottolineare: tragedia avvenuta all’incirca intorno alle 8 del mattino, ma i soccorsi sono stati chiamati ben 35 minuti dopo, 35 minuti in cui, magari tutto era nullo o tutto era possibile; come mai si è aspettato così tanto? Come mai non si è fatto di tutto per salvare quella piccola anima? Un bambino sbranato e altre 3 persone che assistono alla scena ne escono con un graffio sul ginocchio? È tutto molto strano che sicuramente apre molte strade e molte supposizioni che per ora sono in mano alle forze dell’ordine che hanno inserito nel registro degli indagati i due padroni dei cani, lo zio Simone che teneva il bambino in braccio e la mamma, indagati per omicidio.
È l’ennesima vicenda che vede protagonisti cani di grande taglia, a cui però nessuno mette un punto, come si può evitare tutto questo? Iniziando a capire finalmente il limite umano, le capacità e le possibilità che un uomo può avere, la pazienza e la dedizione nel poter accogliere in casa un cane, ed impegnarsi al massimo ad essere presente nella sua vita con regole, rispetto e amore, allora si che non ci saranno più cani “pericolosi”, cani “da guardia”, cani “da combattimento”, a questo si può porre fine sicuramente perché i cani sono animali più che intelligenti e pronti al cambiamento e all’educazione, al contrario dell’uomo.