Di Elenora Gentile

Un caso irrisolto, uno dei più macabri e toccanti della cronaca nera italiana. Una nuova svolta, la speranza è che sia quella decisiva.
Emanuela Orlandi scompare nel 1983 e nonostante fosse una sua cittadina il Vaticano sembra essere disinteressato a trovare la verità.
Oggi, dopo quasi 36 anni di mancata collaborazione finalmente la Santa Sede da avvio ad un’indagine interna per collaborare e dare  risposte a questa vicenda che brancola, ancora oggi, nel buio della verità e della giustizia.

La notizia dell’apertura di un’indagine su Emanuela Orlandi, la ragazza 15enne scomparsa misteriosamente a Roma il 22 giugno 1983, arriva qualche settimana dopo la richiesta fatta al Vaticano dalla famiglia della Orlandi, nella quale si richiede di aprire una tomba nel cimitero teutonico situato all’interno dello Stato Vaticano.

Dopo le speranze accese e nuovamente spente dopo il ritrovamento di resti ossei nella sede della Nunziatura Apostolica poi accertati non essere della giovane ragazza; a marzo, la famiglia Orlandi chiede nuovamente aiuto al Vaticano. Tutto questo dopo aver ricevuto varie lettere anonime. Infatti qualcuno indicava il Camposanto Teutonico come il luogo dove era stato sepolto il corpo della ragazza.
In una di queste lettere infatti, vi era allegata la foto di una tomba del cimitero con un messaggio che recitava: “Cercate dove indica l’angelo”, con riferimento ad una statua rappresentante un angelo che ha in mano un foglio che riporta la scritta latina “riposa in pace”. Secondo alcune ricostruzioni e testimonianze infatti è da anni che diverse persone depongono dei fiori proprio su quella tomba.
Il contenuto della lettera riaccende nuovamente le speranze della famiglia Orlandi, la quale subito dopo decide di presentare formale istanza al segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, chiedendo così di aprire la tomba e verificare questa pista. La prima risposta del Vaticano, arrivata subito dopo, non da però troppe speranze : “Le richieste rivolte verranno studiate” poi niente, fino a quando pochi giorni fà, la Segreteria di Stato rende noto di aver autorizzato l’apertura delle indagini specificando che gli accertamenti sarebbero stati legati alle verifiche sulla tomba indicata.
L’avvio di un’indagine e di una collaborazione da parte della Santa Sede, dopo quasi 36 anni, rappresenta un cambio di rotta molto importante. Anche se ci si chiede come mai nonostante Emanuela fosse una sua cittadina, il Vaticano abbia atteso così tanto per aiutare lo svolgersi delle indagini e perchè non abbia mai risposto a quesiti importanti.
Nonostante le speranze però, anche dopo questo annuncio si sta procedendo con molta cautela perchè questo caso è da sempre stato caratterizzato, come abbiamo visto nel corso degli anni, da innumerevoli colpi di scena, falsi indizi, bugie, depistaggi e verità poi smentite.

Non ci resta che aspettare e continuare a sperare che sia finalmente arrivato il momento di dare giustizia a Emanuela; e anche se così non fosse, se anche questa pista si rivelerà inutile, non si smetterà di cercare, come non lo si è fatto durante tutti questi anni, la verità.