Di Irene Bollici. Trastevere, Ponte Milvio, Campo De’ Fiori e San Lorenzo sono questi i quartieri più frequentati dai giovani romani per “divertirsi”, ma quello in cui sfociano queste nottate si può davvero chiamare divertimento? Decisamente no, e a dirlo sono i residenti di questi quartieri, che ormai sono al limite della sopportazione, perché sta diventando davvero difficile convivere con queste abitudini. Giovani che hanno perso, o non hanno mai avuto,  la cognizione di cosa sia giusto o sbagliato, legale o illegale ma che, soprattutto non sanno divertirsi senza alcool o droga o atti di violenza.

A che cosa porta questi ragazzi a compiere determinate azioni?Noia, si parla soltanto di noia e nient’altro, giovani che vengono invitati dalle attività stesse ad andare ad ubriacarsi, attività che molto spesso non hanno licenze legali per poter stare aperti e praticare la propria “professione”.

Ma la verità che oltre alla noia, questi giovani pensano di vivere in una fiction televisiva, ragazzi che cercano di investirsi, uccidersi, malmenarsi per cosa? Perché non vengono autorizzati ad entrare nelle discoteche, perché si creano faide tra “clan”? Si, come  quei due fratelli di Tor Bella Monaca che, completamente ubriachi e forse anche con della droga in corpo se la sono presa con un buttafuori senegalese poiché gli aveva vietato l’accesso alla discoteca Qube (Portonaccio), i due sarebbero tornati alla loro automobile e avrebbero cercato di investire il buttafuori con la loro Mercedes.O ancora quei due ragazzi che spararono   alla promessa del nuoto giovanile Manuel Bortuzzo, rimasto paralizzato e prima di questo “incidente”, i due ragazzi avevano preso parte a una rissa in un pub a Piazza Eschilo, dove uno dei due aveva minacciato i loro “avversari” dicendogli: “vado a prendere il ferro e ti sparo”.

Ultimo fatto ma non meno importante avvenuto nella discoteca Factory dove, una studentessa di 20 anni è stata stuprata, in un angolo al di fuori della discoteca. Dopo la denuncia di questo fatto è venuto fuori che anche nella discoteca Qube si sono verificati atti di violenza sessuale mai denunciati.

Questa è una realtà che Roma ci nasconde; ma nemmeno così tanto, è una realtà che dovrebbe essere controllata un po’ di più, perché vuoi o non vuoi per colpa di questi giovani annoiati dalla vita, o che la guardano con gli occhi di un regista che sta girando un film, alla fine le vite che ci rimettono sono sempre degli innocenti : ragazzi, donne o uomini che si trovavano lì nel mezzo solo per aver voluto passare una serata diversa.

 

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