Di Giulia Capobianco.Giaccone ultimo grido, chewingum ed uno stile che non passa mai inosservato. Occhiali da sole sulla punta del naso e una bomboletta spray tra le mani. O ancora un’eleganza che lascia immaginare buona educazione, cortesia e bellezza, ma che in realtà nasconde una pessima ed insostenibile condotta.

Il giovane maleducato non lo riconosci dallo stile. Il giovane maleducato non lo riconosci dalla patacca  finto oro sul polso o dai jeans che scendono sul ginocchio. Non lo riconosci soprattutto perché molto spesso non è un giovane. “L’etichetta” fa e ha sempre fatto tendenza nel corso degli anni. “Guarda come cammina, guarda cosa indossa, guarda le scarpe sporche. Sicuro non ha mai ricevuto educazione”. No. La buona educazione o la cattiva educazione prescindono da cosa si indossa o da come si passeggia per strada. Prescindono dal capello riccio, liscio, dal capello castano o azzurro. Il maleducato lo riconosci da ciò che esce dalla sua bocca.

Il giovane maleducato non lo riconosci dal cappello con la visiera al contrario. Il giovane maleducato è in autobus, in strada, al cinema o al supermercato. Non lo riconosci soprattutto perché molto spesso non è un giovane. Le forme di cortesia sono di tutti, non solo dei giovani. Le forme di cortesia, avvolte da una carta pregiata, ricca, sembrano ormai appartenere al passato. Sembra ormai in disuso, quella parola, tra le più belle e semplici, tra le più significative. “Grazie”.

Insulti, sputi e mani sempre alzate. Spintoni sugli autobus, grida continue ed un pugno chiuso, pronto a risolvere qualsiasi tipo di problema. Il giovane maleducato a volte è giovane, adolescente, privo di buon senso ed educazione. Il maleducato a volte è giovane, disorientato e senza regole ma magari anche senza genitori. Il maleducato altre volte è un uomo, grande e grosso, in giacca e cravatta, che sputa, insulta e ricorre alla violenza.

Avere uno stile elegante e raffinato non è sintomo di buona educazione e viceversa. La buona educazione è giù, in fondo a quella scatola pregiata e rimandata indietro nel tempo, quasi come fosse un regalo non gradito. “Grazie”, “cortesia”, “prego” assieme ai puri sorrisi di uno sconosciuto sono intrappolati in quella scatola.
Tornano di moda i maglioni anni 70, i jeans a vita alta e calzettoni di una taglia più grande. Tornano di moda le borse di cuoio, i bracciali in camoscio e i pennacchi sulle giacche. Tornano di moda le camicette a quadri e i cappelli da rapper, ma la buona educazione non è mai passata di moda.

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