Di Federico Manzi e Matteo Grassi. Stecca la Roma. Arriva l’ennesima prova fallita per Fonseca e i suoi, questa volta nella partita più importante dalle parti di Roma. Lazio superiore in ogni zona del campo dal primo all’ultimo minuto, con i giallorossi che chiudono il girone d’andata con soli 3 punti conquistati su sei scontri diretti, frutto di tre pareggi. Ma la cosa che più preoccupa è che la squadra dell’allenatore portoghese, quando incontra le grandi, butta al vento ciò che di buono si è visto fino ad ora, constatando di essere una squadra che deve crescere ancora molto sotto tutti i punti di vista.

PAGELLE

PAU LOPEZ  5,5: proprio dal derby dell’anno scorso che iniziò il suo momento peggiore da quando difende la porta giallorossa.  Ieri sera, invece, ha assistito da attore non protagonista alla disfatta della sua squadra, fermando anche un paio di volte le incursioni di Immobile e compagni. Da rivedere il gioco con i piedi.

MANCINI 5: l’unico che, nei tre in difesa, cerca di fare ciò che è nelle sue possibilità contro l’imprendibile Immobile. ( DAL 71’ BORJA MAYORAL  S.V. : troppo poco tempo per incidere sul match)

SMALLING 4,5: recuperato all’ultimo dopo l’acciacco rilevato negli ultimi giorni antecedenti al derby, è la brutta versione del difensore  veloce e tempestivo che eravamo abituati a vedere: lento e fuori zona, lasciandosi sempre sfuggire gli avversari.

IBANEZ 3: la peggior partita in assoluto  da quando il brasiliano è a Roma. Insicuro dai primi minuti di gioco, impacchetta e regala, indissolubilmente , i primi due goal. Scivoloni su scivoloni dovuto, forse, all’aggravante della tacchettatura sbagliata. Nel secondo tempo stesso atteggiamento del primo,sotto choc.

KARSDORP 5: si annulla su quella fascia con il collega Marusic, provando –ogni tanto- qualche timido affondo offensivo, ma niente di più.

VILLAR 5,5 : inesperienza e primo derby che, però, permettono allo spagnolo di giocare come sa. O almeno ci prova, ingabbiato dagli onnipresenti Luis Alberto e Lucas Leiva. ( Dal 60’ CRISTANTE  5: con l’Inter cambiò radicalmente l’andamento della partita, ieri sera prova qualche verticalizzazione senza successo)

VERETOUT  4,5: corre per tutto il campo, ma a vuoto. Si nasconde in fase di impostazione, lasciando l’arduo compito di gestire palla al giovane Villar. L’aggressività e la lucidità del francese hanno lasciato spazio a paura e resa dopo il raddoppio laziale. ( Dal 46’ PEDRO 5: esperienza e velocità che sono mancati nel primo tempo, senza però mai incidere. Ammonizione evitabilissima)

SPINAZZOLA 4: non al meglio della condizione ma è colpevole,tanto quanto Ibanez, dei primi due goal concessi. Lazzari galoppa  sulla fascia senza mai esser  fermato od ostacolato. In fase offensiva medesimo risultato: testa bassa, provando giocate senza senso. ( Dal 71’ BRUNO PERES 5: peggio del compagno Spinazzola non poteva fare, anzi continua il trend lasciando libero arbitrio a chiunque su quella fascia)

PELLEGRINI 4,5: il sette, da romano,romanista e vice capitano, avrebbe dovuto scuotere i compagni, facendogli sentire quanto sia importante il derby della Capitale. Ancora troppo grande il confronto con Totti e De Rossi. In campo sbaglia anche l’impossibile e i passaggi più elementari.

MKHITARYAN 4,5: miglior assist- man e la nomina di essere il giocatore più in forma e temuto nelle file giallorosse. Mostra lampi di classe, offuscati ,per lo più , da giocate mai riuscite e compagni che non seguono mai l’azione.

DZEKO 4: arrivato al suo tredicesimo derby, ormai dovrebbe sapere bene quanto importanza abbia questa partita. Il suo primo tiro in porta arriva appena all’85’. Avrebbe dovuto caricarsi il peso dell’attacco e, soprattutto, da capitano una leadership mai fatta sentire. Passeggia in mezzo al campo,come in una bella domenica di sole in famiglia, senza mai aiutare i compagni.

Allenatore:FONSECA:2. Schiera ormai il consueto 3-4-2-1 per provare a sorprendere la squadra biancoceleste, finisce per prenderne 3, con una Roma sopraffatta in tutti gli ambiti: gioco, aggressività, carisma. Fonseca li inerme, guarda la disfatta dei suoi. L’allenatore portoghese dimostra di non riuscire a cambiare l’assetto della squadra nei momenti di difficoltà, poca inventiva e altrettanta poca personalità. I cambi sono poco coraggiosi e sono la foto di una partita giocata con timore e  dominata dagli avversari. Gli interpreti che manda in campo Fonseca dimostrano quanto la panchina sia corta, Roma nuovamente ridimensionata contro una big. Ora l’allenatore originario di Maputo dovrà essere capace di voltare pagina , spronare i suoi e soprattutto rialzarli ad un livello mentale congruo.

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