Di Melania Barone. Comprate o peggio rapite nei lori paesi; illuse di una vita migliore; arrivate in Europa e vendute come carne da piacere. Mortificate: nel corpo e nell’anima; sfruttate nel loro intimo; pagate pochi spiccioli per soddisfare piaceri di maschi e il prezzo intascato da altri. Questo è il dramma di donne venute dall’est in cerca di un avvenire migliore e scaraventate sulla strada senza alcun rispetto, senza protezione. Imperativo del raket: vendere sesso e basta

È il caso di Adelina, 42 anni, rapita stuprata e torturata. L’inferno è iniziato nel 1996, quando, ancora minorenne, è stata sequestrata dal suo Paese di origine, l’Albania, per iniziare una nuova vita fatta di umiliazioni e schiavitù sessuale. Ha passato le sue giornate tra le strade italiane e un appartamento con altre 10 ragazze, tutte nella sua stessa situazione. Arriva poi, finalmente, il momento di denunciare. Anche se terrorizzata, con l’aiuto della polizia di Stato riesce a far arrestare i suoi schiavisti e libera le sue compagne. Adelina non si ferma qui, ma cerca di aiutare, insieme ad alcune organizzazioni, anche le minorenni che oggi troviamo per strada: ragazze che non solo sono minacciate di morte ma anche bombardate di droga, così da creargli dipendenza e continuare il loro servizio anche per la loro dose quotidiana. Una storia simile proviene da una ragazza che, nel 2013, riesce a ribellarsi ai suoi protettori nonostante gli abusi, le violenze e i ricatti nei confronti dei suoi familiari in Romania. Tradita da una sua cara amica, viene rapita da un nomade che la rivende, per soli 2000 euro, ad un uomo del clan albanese che gestiva il giro di ragazze a Roma. Al suo arrivo nella Capitale, la minorenne era stata segregata in un appartamento con condizioni pietose e costretta a prostituirsi insieme ad altre 18 giovani romene sulla Salaria e sulla Cristoforo Colombo.

Questo è quello che succede, purtroppo, alle vittime della tratta illegale dai Paesi dell’est Europa. Spesso l’individuazione delle possibili “prede” avviene attraverso delle sentinelle dei trafficanti, che individuano in anticipo negli orfanotrofi le ragazze che stanno per lasciare le strutture al compimento dei 18 anni, e mettono in atto un adescamento su finte promesse d’amore e di un futuro felice e dignitoso in Italia. I “lover boy”, così sono chiamati coloro che sfruttano le condizioni psicologiche ed economiche delle donne, per riuscire ad esercitare su di loro il pieno controllo. È importante sottolineare, inoltre, che gli enti anti-tratta si trovano spesso a far fronte alla complessità dell’intercettazione e condizioni delle vittime di tratta e sfruttamento. Le denuncie posso essere fatte da al Numero Verde Anti-Tratta 800-290-290.