Di Mirko Vinci. “L’unica persona che può metterti i bastoni tra le ruote sei tu”. Porsi un obiettivo o un traguardo da raggiungere sul posto di lavoro, nello studio o più semplicemente nella vita è un qualcosa che in un modo o nell’altro accomuna chiunque. È anche vero che siamo tutti diversi ed ognuno si approccia in un determinato modo piuttosto che ad un altro. Ci dovremmo chiedere cosa succederebbe se un animo tormentato, fragile, sensibile, con una passione innata per la danza modelli la sua vita sull’ottenere la parte di protagonista in un prestigioso balletto: l’unico scopo da seguire. Darren Aronofsky ci propone il ritratto di questa ragazza, interpretata dal premio Oscar Natalie Portman, in un thriller psicologico che si rivela essere uno tra i più schietti e profondi dialoghi con sè stessi, disponibile su Infinity. Concentrarsi assiduamente giorno e notte sul proprio compito, rinunciare ad avere altri interessi, mantenere una linea adatta e sviluppare una mania della perfezione in cui si deve eccellere in qualsiasi cosa si faccia fa si che un ambiente che offre una grande opportunità lavorativa, sebbene rigido e molto attento ai dettagli, da posto di lavoro diventi un incubo in cui il protagonista sei proprio te. Estraniazione è la parola più adatta a descrivere uno degli step di questo processo, la cui meta finale è la follia. Estraniazione verso sé stessi e verso gli altri, un isolamento che ti induce a credere che chiunque sia contro di te quando in realtà non si fa altro che respingere una mano che vuole aiutare. Non riconoscersi più, non saper distinguere la linea sottile che separa il lecito dall’illecito e far emergere il lato oscuro che giace nel profondo di sé stessi. Lato oscuro che non si accontenta di emergere, ma che ci plasma facendoci diventare una persona del tutto nuova. Niente è mai abbastanza, perché ad ogni livello di perfezione ne seguirà sempre un altro, ancora più lontano e ancora più arduo da raggiungere: un circolo vizioso che è fine a sé stesso. “La perfezione non è solo un problema di controllo, è necessario metterci il cuore. Sorprendi te stessa e sorprenderai chi ti guarda”. Perfezionarsi non vuol dire necessariamente perdere sé stessi, ma nella competizione è normale emerga un nostro lato nascosto. La cosa importante è trovare equilibrio tra il noi di tutti i giorni e quel pizzico di competizione necessario, senza permettergli di prenderci e non lasciarci più andare.