Di Nicoletta Carli. Autostima… facile a dirsi a vent’anni.

‘’Sei bella, intelligente e talentuosa in quello che fai’’. Quante volte abbiamo sentito queste parole eppure non ci entrano in testa. Perché nella nostra mente i complimenti vanno sempre in collisione con qualche critica e, neanche a dirlo, vince lei. Perché nella nostra testa non ci vediamo uguali ai perfetti prototipi, surreali quanto Barbie, che ci vengono imposti. Perché pensiamo di non essere mai abbastanza. E allora è facile parlare a vanvera di autostima. Ma quanto è dura la salita per arrivare ad averne un po’.

A vent’anni ci siamo appena affacciati al Mondo con grinta, vitalità e determinazione. Eppure siamo già come rinchiusi in un quadro. Statico, immobile. Che dipinge una società che pretende impeccabilità in ogni sfera.  Ed è un’impresa ardua allora avere stima di sé stessi se da un lato ci spingono ad essere perfetti, ma dall’altro non possiamo riuscirci. E come se non bastasse già la consapevolezza di ciò, siamo anche costantemente esposti a parole e giudizi sul nostro conto per qualsivoglia motivo. Parole che, come macigni, piombano sulla nostra personalità e lasciano un solco talvolta indelebile. Ma comunque ci proviamo ad essere sempre più prossimi alla perfezione, perché ‘’mai darsi per vinti’’. Allora pur sapendo a priori che non saremo mai uguali ai modelli imposti, cominciamo. E così ore sui libri per essere studentesse perfette, però attenzione anche agli amici, a come parli, a come ti vesti. Poi si continua ore e ore davanti allo specchio: capelli, unghie, trucco, palestra. Tutta una serie di attività che dall’essere un piacere diventano una pretesa, un obbligo sociale, mentre nella nostra testa pensiamo solo ‘’Per favore, basta!’’. Eppure si trova sempre una persona che con minuziosa attenzione, scruta l’unico punto debole per poi scoccare una freccia velenosa contro la nostra persona. Ed insieme ai nostri sforzi, viene meno anche una piccola parte di convinzione su noi stesse. Il problema sta nel fatto che questo quadro in cui siamo imprigionati, non l’abbiamo dipinto noi.  È ora di rompere la cornice ed uscire fuori. Scindere definitivamente le pretese della società e i pensieri della gente dalla nostra personalità, per essere felici.  Ammettere che sì, certo, sono bellissime le modelle in pubblicità e sono intelligentissime tutte le wonder woman in carriera, ma sono stupende e all’altezza anche tutte le altre, anche noi. Donne meravigliose nella loro semplice unicità. Con qualche centimetro in meno, ma sempre all’altezza di tagliare i traguardi prestabiliti. Anche con delle occhiaie che ci sforziamo di nascondere, ma che ci ricordano con quanta passione e dedizione stiamo costruendo la nostra storia. E una donna come questa descritta, una donna come tutte noi, non può pensare di valere meno o poco. Non può non avere stima di sé.

È solo conoscendo la nostra persona ed il nostro valore che potremmo salvarci da questo loop infernale fatto di assurdità e cattiveria. Certo, per essere in pieno consapevoli di sé stessi, per quanto possa sembrare la cosa più scema al mondo, è necessario un lavoro lungo e talvolta contraddittorio. È quindi facile cadere e credere ad una critica, che pesa quanto una sentenza urlata da chi vuole trascinarci in basso. Ma è proprio in quel momento che, come il seme quando cade nella terra, dobbiamo fiorire credendo prima di tutto in noi stesse, perché valiamo. Valiamo sempre.