Di Martina Di Lernia. Corpi perfetti; belli, sempre più belli…seducenti…perfino sensuali; e poi giovani, in un mix da fare invidia a chiunque. Qualcosa non torna, però: n una società sempre più di stampo materialista, dominata dalla tecnologia e dai social network, siamo continuamente esposti ad immagini, video, articoli e chi più ne ha più ne metta, di persone che mostrano il proprio fisico. L’aspetto fisico condiziona notevolmente la percezione che abbiamo di noi stessi, ci fa capire quanto siamo accettati dalla società, come ad esempio in un colloquio di lavoro dove si cercano “persone di bell’aspetto”. Primum sedurre: poi pure se si è tonti una certo tipo di carriera verrà di conseguenza

Questo è un fenomeno dannoso che provoca degli stereotipi e delle oggettivazioni, andando a creare degli standard di bellezza a cui poi si tenta di arrivare a tutti i costi, questo anche perché ci rifuggiamo a “idoli” sempre più sbagliati.

Gli adolescenti sono l’emblema di questo circolo vizioso, sono loro i più delle foto in palestra, al mare, nei bagni per mostrare la loro fisicità e sentirsi apprezzati dai loro amici, conoscenti ed estranei. Questo dimostra una non indifferente superficialità da parte di queste persone. Le ragazze, in particolare, amano mostrare il proprio sedere su tutte le storie e post possibili, soprattutto nel periodo estivo quando scoprirsi è molto più facile e “necessario”; non parliamo poi delle foto al limite dell’imbarazzo in piscina o al mare, dove tutto sembra concesso: non è affatto difficile imbattersi in delle ragazzine appena uscite dalle medie che sono molto più “mature” (se si può parlare di maturità) di quanto dovrebbero essere.

C’è da domandarsi, allora, perché poi suddette persone si lamentino quando ricevono dei messaggi o dei commenti che apprezzano ciò che trovano; ognuno di noi sceglie i contenuti da mostrare e ne paghiamo le conseguenze. In parte può aiutare l’autostima ricevere un commento del tipo “che bel fisico che hai” con tanto di emoji, soprattutto per un adolescente insicuro che cerca approvazione, ma alla fine gli altri imparano a conoscere ed apprezzare o anche giudicare, quella persona semplicemente da ciò che mostra.

Ormai, stare su Instagram è equiparabile all’andare al mercato: invece di scegliere le mele che ci piacciono di più, scegliamo le persone che ci mostrano di più.

 

Ovviamente, non tutti gli adolescenti agiscono in questo modo; i ragazzi, però, indifferentemente, dovrebbero avere alle spalle dei modelli sani che insegnino loro che la vita non è fatta solo di like e commenti su Instagram, perché quel lato superficiale di noi che può essere apprezzato via social, si annulla nel momento in cui ci relazioniamo con le altre persone: se non abbiamo personalità, se siamo aridi o vuoti dentro, non abbiamo passioni o cose di cui parlare, come possiamo pretendere di venire apprezzati come persone e non solamente come corpi-oggetti? Dovremmo tutti imparare a lavorare su noi stessi anche dentro, per raffinare e abbellire anche le nostre anime, perché non esiste “tartaruga” più bella del cervello.