Di Virginia D’Itri. La scomparsa del grande artista a tutto tondo Gigi Proietti ha creato un grande vuoto nello scenario della cultura italiana.

Lo ricordiamo e lo elogiamo come un autentico esteta che nei suoi cinquant’anni di carriera ha collezionato innumerevoli iniziative in campo culturale e artistico: dalla restaurazione del Teatro Brancaccio in Via Merulana alla direzione del Globe Theatre Silvano Toti di memoria shakespeariana in Largo Acqua Felix, fino alle interpretazioni più rilevanti che hanno segnato il suo percorso attoriale e contribuito a renderlo uno dei maggiori esponenti del cinema italiano. La morte del maestro ha messo in pausa la nazione, un piccolo ed essenziale tassello vivente del nostro sconfinato patrimonio si è dissolto sotto il nostro naso, all’alba del 2 Novembre 2020, nel bel mezzo di un anno segnato da uno schedario tragico senza precedenti. All’ultima raccolta si aggiunge la traumatica notizia che ha lasciato attoniti milioni di persone; dopodiché ci ha spinti a guardarci intorno, alla ricerca di altri pilastri, ai quali potersi aggrappare per superare in qualche modo la perdita.

Ad oggi abbiamo la fortuna di vantare personalità formate direttamente da lui all’interno del Laboratorio di Esercitazioni Sceniche di Roma, come Enrico Brignano, Elena Sofia Ricci, Flavio Insinna e molti altri. L’unica speranza è che dalla sua scomparsa possano sorgere nuove idee, che gli allievi e i giovani possano guardare al vastissimo repertorio dell’esperto e trarne un insegnamento degno di portare sempre avanti le sue memorie.