Di Valeria Piccolo. Vergogna, disgusto e indignazione sono le uniche parole che possono descrivere lo spettacolo miserevole nella Camera dei deputati del 22 novembre 2021. Lo scenario è diviso in due: da una parte la ministra, ma soprattutto donna, Bonetti che si rende portavoce della mozione contro la violenza sulle donne. La scelta di indossare abito e mascherina rossa non è casuale, ma è simbolo di solidarietà e rispetto nei confronti di tutte quelle donne che hanno e continuano a subire violenze ogni giorno. Dall’altro lato, invece, il vuoto: un’aula che, invece di 630 deputati, si “riempie” di solamente 8 tra questi. “Tre numeri descrivono l’occasione: 108 donne uccise da inizio anno, 630 potenziali deputati in aula, solo 8 presenti. Quando si parla di temi così delicati l’aula non può essere deserta” dichiara su twitter l’ex presidente del Consiglio Carlo Cottarelli. Ma nonostante il silenzio, la Bonelli continua il suo discorso “Questo parlamento è trasversalmente e profondamente impegnato nel promuovere azioni strategiche per ripudiare qualsiasi forma di violenza contro le donne”. Peccato che la volontà di portare un vero cambiamento caratterizzi solo lei e quei pochi deputati presenti. Coloro che dovrebbero difendere tutti quei diritti e libertà violati e garantire un cambiamento nella vita di tutte, si nascondono dietro false scuse per non presentarsi alla discussione generale della mozione. Il risultato? Senso di abbandono, indifferenza e menefreghismo verso tutte quelle donne che, ogni giorno, chiedono aiuto e in cambio ricevono solo porte in faccia. Ma in quel silenzio imbarazzante un numero continuava a rimbombare: 108. Non è solo un numero, ma un segno che ci deve far riflettere, ma soprattutto agire. Non è una parola di conforto che può cambiare la situazione e neanche ricordarsi delle donne solo il 25 novembre, la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Lei ci crede e per questo illustra due azioni che il governo è pronto a mettere in campo per combattere la violenza: il microcredito di libertà e il reddito di libertà, ovvero un assegno di 400 euro al mese a tutte le donne che non possono denunciare le violenze subite a causa di motivi economici. Questo potrebbe essere un primo passo verso un miglioramento. È un caso che durante le discussioni di gestione del governo, della politica, dell’economia e della medicina, per esempio, siano presenti sempre tutti i deputati? L’assenteismo parlamentare durante la discussione di un tema importante come questo è inaccettabile ed è l’ennesima dimostrazione del fatto che una donna in questa società non conta nulla. La solitudine di Elena Bonelli che parla di fronte ad un’aula vuota rappresenta la solitudine che, ogni donna vittima di violenza, prova quando chiede aiuto, ma che, in cambio, non riceve nulla.