Di Alessandro Tudini. Al giorno d’oggi trovare lavoro è quasi un impresa, in particolare per i più giovani. Un dato statistico afferma che la metà degli under 35, tra i 15 e i 29 anni, hanno avuto o hanno tutt’ora esperienze di lavoro in nero, contratti precari sottopagati e disoccupazione. Inoltre un giovane su due in Italia vive ancora a casa dei genitori, questo perché rinunciano all’autonomia sostenendo che l’importo dell’assegno pensionistico che riceveranno non gli permetterà di vivere in maniera dignitosa. 

Il futuro come molti dicono, è nelle nostre mani, ma a molti questo futuro fa davvero paura. C’è chi questo futuro a stento lo vede e se lo immagina in maniera cupa dove non potrà fare a meno del sostegno economico e soprattutto di un tetto sopra la testa da parte dei genitori. 

Molti giovani già all’età di quindici, diciassette anni decide di abbandonare gli studi per mettersi in proprio e dare una mano economicamente ai propri genitori cercando qualche lavoretto. Ma quello che vanno iniziando non è un lavoro ma bensì un vero e proprio sfruttamento con contratti a breve termine e ragazzi che accettano pur di non ritrovarsi a mani vuote. Ma è davvero questo il futuro che ci meritiamo? Noi ragazzi ci siamo stancati di dover accettare paghe da fame: tirocini non retribuiti, stage sottopagati e il lavoro in nero. 

Bisogna garantire immediatamente un approccio lavorativo dei futuri laureati in modo tale da poter concretizzare il bagaglio culturale che hanno accumulato. 

Dalle persone più adulte i giovani vengono definiti nullafacenti in particolare da datori di lavoro che si vedono rifiutare proposte men che dignitose da parte di tanti ragazzi . Impensabile guardare al futuro con queste prospettive.