Di Carlotta Foschini. Si pensa troppo spesso, senza dare peso, che i disturbi psichici possono essere risolti tranquillamente capendo che si ha qualcosa che non va nella propria testa. Purtroppo non tutti riescono a farlo, anzi diciamo che nella maggior parte dei casi non ci si riesce e proprio per questo esistono delle figure professionali di riferimento. Altrimenti se fossimo tutti così bravi la domanda sorgerebbe spontanea: che ci sono a fare psicologi e psichiatri?  Come si cerca di guarire una ferita ad una gamba, allo stesso modo dovrebbe essere per una malattia mentale, ossia accorgersene e farsi aiutare. Però si arriva subito al primo blocco: accorgersene. Non è facile, si deve capire, comprendere di avere un problema mentale, ma soprattutto accettarlo. Accettarlo, forse non è così immediato, perché ci si chiede “ma perché proprio io? Ma che ho fatto di male, io sto bene”, una delle cause può essere il fatto che ci sono ancora tanti pregiudizi su questo argomento “ ah ma allora se si fa aiutare da uno psicologo ha qualcosa che non va” oppure “  se va dalla psichiatra allora è una matta, è pericolosa” giudizi solo negativi. Ancora è un tabù per la società di oggi, non si vuole parlare di disturbi psichici, si banalizza il tutto. Dopo la pandemia c’è stato un aumento di questi disturbi, circa il 65% degli italiani, secondo un dato dell’anno scorso, ha manifestato ansia, panico, paure, depressioni, mancanza di energia, voglia di piangere. Ma solo il 10% circa si è recato da uno psicologo o uno psichiatra per risolvere il problema. Questo può darsi, perché una volta accettato il problema e aver deciso di farsi aiutare, arriva un altro blocco: quello del lato economico. Il costo è uno dei problemi più grandi, molte persone magari sottovalutano il problema e non si fanno aiutare perché non possono permetterselo. Già è complicato di per sé riconoscerlo, già è difficile in una società come quella di oggi riconoscere di soffrire di un disturbo psichico e una volta che lo si fa non si può risolvere perché non si hanno i mezzi necessari. Questo è un qualcosa di sconvolgente, triste, devastante. Lo stato dovrebbe poter aiutare persone che hanno bisogno di una figura professionista, e questo non solo quando si arriva a situazioni catastrofiche come quando una persona arriva a tentare il suicidio.  Magari c’è una persona che sono mesi, anni che cerca di avere un appuntamento gratuito, di essere seguita, di avere un appoggio e bisogna aspettare che arrivi ad una condizione estrema per capire che ne ha realmente bisogno. Si dovrebbe aiutare fin da subito quella persona e anche chi le sta vicino poiché probabilmente sarà stata influenzata da ciò.  Non può essere che un qualcosa di così importante, così necessario per la salute, venga considerato ancora un lusso. È considerato un lusso il cercare di stare bene con la propria mente, di non vivere perennemente in uno stato di squilibrio e confusione. Non è possibile che chi ha bisogno non venga ancora aiutato come si dovrebbe. La maggior parte delle psicoterapie sono a pagamento e quelle passate dallo stato sono una piccola parte rispetto alle richieste e alle necessità. Bisogna fare qualcosa. Bisogna parlare. Non Bisogna nascondersi dietro ad un velo di pregiudizio. Non scordiamoci la frase “mens sana in corpore sano” “ mente sana in un corpo sano” del poeta latino Giovenale. Non può e non deve essere un lusso cercare di stare bene con la propria mente, con il proprio corpo e con se stessi.