Di Flavia Romagnoli. Ha ucciso nel sonno la moglie e le sue due figlie. Femminicidio? No, o almeno non solo: Ciro Curcelli, guardia penitenziaria di Foggia, che nella notte dell’11 Ottobre scorso ha deciso di uccidere nel sonno sua moglie e le sue due figlie per poi suicidarsi. Perché sentiamo così frequentemente, quasi quotidianamente, episodi come questo? Spesso questi atti, compiuti da individui apparentemente normali, vengono catalogati come frutto della follia, di pazzia, di una condizione di scarsa salute mentale da parte dell’omicida. In realtà nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di gesti compiuti da individui che covano, sedimentano e infine esprimono odio, malvagità, crudeltà, cattiveria: tutto ciò non ha nulla a che vedere con la malattia mentale. Ma come può un padre di famiglia arrivare a tanto? Domanda esageratamente complessa. La consapevolezza della cattiveria e violenza umana che causa spesso questi atti crudeli, non risparmiando nemmeno i bambini, è dolorosa e quasi intrattabile. C’è un modo, credo sia l’unico, per cercare di rimediare a queste stragi famigliari e non: così come avevano fatto i famigliari di Ciro Curcelli poco prima della loro morte, spesso si avverte una differenza di atteggiamento nella persona che diventerà poi omicida/suicida e bisognerebbe subito denunciare, qualora si dovesse trattare anche di parenti stretti. D’altra parte, al momento della denuncia, ci sentiremmo sicuramente meglio se ci fosse “un qualcuno” che ci prenda sul serio, che creda realmente ai minimi cambiamenti anomali di atteggiamento; questo è un concetto che può anche allontanarsi dal mondo omicida, che richiama situazioni di stalking fisico, stalking psicologico, seduzioni affrettate, ecc… situazioni che spesso  sono prese realmente in considerazione troppo tardi. Sapere che questo odio esiste purtroppo nelle menti di molti esseri umani e diffondere la sua conoscenza, può aiutare a tenere alta la difesa, a cogliere segnali premonitori, a scegliere con maggior cautela i propri partner, i proprio amici, a tutelarsi e a denunciare eventuali violenze, dalle più alle meno gravi. È importante sapere, importante capire e  importante assimilare che la violenza e la malvagità sedimentata sono spesso più vicine di quanto si pensi.