Di Alessandro Gibertini. Lazio fuori dalla Champions League a testa alta. I bavaresi si impongono anche all’Allianz Arena. Match di ritorno che termina due a uno in favore dei padroni di casa. L’orgoglio non basta.

La squadra di Inzaghi arriva a Monaco con poche aspettative. Consapevole di dover affrontare per la seconda volta il “colosso” del calcio mondiale. Dopo un’andata catastrofica (che ha visto trionfare i tedeschi per 4-1). Un distacco impossibile da cucire.

I biancocelesti non si danno per vinti. Mettono in campo tutto quello che hanno. Cattiveria, onore e spirito di sacrificio. Inzaghi e i suoi giocano spensierati. Senza nulla da perdere. La mente libera degli ospiti permette di imporre il gioco per un terzo di partita. Le occasioni pericolose si contano sulle dita di una mano. I Campioni in carica partono con il freno tirato. Smistando palloni e pressando a tutto campo. L’episodio chiave del match è il calcio di rigore assegnato ai bavaresi. Muriqi è ingenuo. Trattiene Goretzka su calcio d’angolo. Lewandowski non sbaglia dal dischetto. Da lì a poco la situazione si ribalta. I padroni di casa causano non pochi problemi alla retroguardia laziale. Duplice fischio. Si apre poi un secondo tempo dal ritmo lento. Interrotto ogni tanto dalle accelerazioni dei calciatori in maglia rossa. Si mostrano molto più pronti fisicamente rispetto agli avversari. Al minuto 73 arriva il raddoppio del Bayern. Choupo-Moting si invola verso la porta, trovandosi di fronte una difesa aperta. Per lui è facile vincere il téte-à-téte con Reina. Nel momento di grande difficoltà, la Lazio tira fuori gli attributi. La mentalità. La voglia di rendere orgogliosi i propri tifosi. I biancocelesti accorciano con un colpo di testa di Parolo (82’). E provano con tutte le forze a strappare un pareggio. Ma niente da fare.

C’è amarezza nelle parti di Formello. L’amarezza di non aver combattuto così fin dal primo momento. Bisogna fare di necessità, virtù. Inzaghi deve prendere queste sconfitte come rampa di lancio. E anche i propri giocatori devono farlo. Questa è la prima esperienza in Champions dopo 13 anni. Essere eliminati agli ottavi non è un brutto risultato. Soprattutto se contro i Campioni. Ora tutta la concentrazione va al campionato. L’obiettivo: riprovare ad accedere alla competizione “dalle grandi orecchie”.

Tutte le italiane assenti ai sorteggi dei quarti di finale.

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