Di Simone Ferri. Un’edizione meno spettatrice e sempre più attrice del cambiamento musicale che le piattaforme digitali stanno costruendo in questi anni. L’ultimo festival di Sanremo andato in onda vede questa edizione con queste due realtà
Nelle radio, le prime posizioni in classifica sono occupate dai brani del Festival, orecchiabili e piacevoli. L’effetto Sanremo sta dominando e induce le persone a consumare le canzoni in streaming su Spotify, una delle applicazioni più celebri in questo campo.
Al giorno d’oggi infatti, si tende a trattare la musica come un “oggetto” multimediale, a testimonianza della direzione che sta intraprendendo; adesso i contenuti sono più fruibili e accessibili a tutti, lasciando spazio ad un’importante componente come quello della condivisione.
Questo dato conferma come l’approccio ed il modo di ascoltare si sia trasformato nel corso del tempo.
Il palco dell’Ariston ha sentenziato la verità su quello che è attualmente il panorama musicale italiano. Tutto ciò che viene presentato accede ad un livello diverso di popolarità e muta la sua forma. L’evoluzione principale la si può riscontrare nella prospettiva nella quale si pensa e si concepisce la musica; non è più solo ascolto ma anche visione, gli artisti diventano dei veri performer che si esibiscono sfoggiando dei look alla moda e suscitando curiosità negli occhi della gente. Una vetrina per mettersi in mostra e per sperimentare. Da qui nasce un principio di contaminazione, scaturita anche da un fattore culturale; a fare da padrona nella nuova scena melodica, sono generi come il rap, il pop, il rock e l’hip-hop. Tra questi, il pop sta funzionando e sta facendo strada, poiché trova un buon feedback nel pubblico, che non a caso ha premiato “Brividi”, come brano vincitore dell’ultima edizione.
I giovani si nutrono di queste tracce perché trasmettono un senso di leggerezza e di divertimento, che non guasta mai.