Di Luna Accica. In un mondo dove non si è nessuno se non si ha un
pezzo di carta, un artista ciociaro senza diploma,
conquista l’ammirazione di milioni di persone.
Riporta alla luce l’arte della scultura attraverso una
rivisitazione innovativa, fuori dagli schemi e
all’avanguardia. Questo è Jago, anche detto il
“nuovo Michelangelo”.
Con l’intento di superare i grandi maestri, scolpisce
le sue opere con il ritmo dei battiti del cuore, come
se volesse mettere al mondo un figlio.
Come nessuno prima di lui aveva fatto, sfrutta i
social per far conoscere se stesso e “il dietro le
quinte” delle sue opere. “È come se Michelangelo
avesse potuto postare un time lapse del David !” esclama l’artista.
All’età di 24 anni, su invito di Vittorio Sgarbi, espone una delle sue opere più celebri
alla 54esima edizione della Biennale di Venezia, scontrandosi con l’opinione del
professore che non lo riteneva all’altezza. “A un bambino che c’ha vola de gioca’
non je se pò dì de sta’ infilato dentro uno sgabuzzino” dice Jago, che per questo
motivo abbandona l’accademia.
Originario della Ciociaria, Napoli diventa la sua nuova casa, alla quale dona la
celebre opera “il figlio velato”, rifiutando un’offerta di milioni di euro.
Le sue opere raccontano la storia di chi ha avuto il coraggio di sfidare i maestri
indiscussi dell’arte. Jago ha superato “l’insuperabile”, riaccendendo la fiamma
nell’animo di chi aveva smesso di
sognare.
“Se io non avessi detto dentro di me,
io voglio essere più grande di
Michelangelo, io non mi sarei mai
entusiasmato. Vedere una persona
che sa mettere al mondo qualcosa, dà
coraggio, e di questo hanno bisogno
le persone: di coraggio!” conclude

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